Descrizione
Come Bettino Ricasoli, Vittorio degli Albizi e Niccolò Antinori, anche Giuseppe Toscanelli fu un pioniere del risorgimento vitivinicolo italiano. Egli si interessò con grande esuberanza, secondo il suo carattere impulsivo, alla politica e all’enologia, una miscela esplosiva che gli consenti’ di operare per un trentennio (dal 1860 al 1890 circa) una vera rivoluzione agronomica nella sua fattoria della Cava presso Pontedera, proprio durante gli anni della crisi agraria quando bisognava trovare nuove soluzioni per compensare il mancato reddito della cerealicoltura ed approfittare della distruzione dei vigneti francesi causata dalla filoserra. La strada seguita dal Toscanelli fu l’impianto di vigneti specializzati nei poderi e soprattutto su superfici sempre piu’ estese dei terreni condotti a conto diretto, nonche’ l’attribuzione esclusiva al centro direzionale della vinificazione effettuata con gli ultimi ritrovamenti meccanici e chimici, in una zona, come la bassa Valdera, che fino ad allora non aveva avuto nessuna speciale vocazione vitivinicola. Il libro, con l’utilizzo di tanti documenti inediti reperiti nell’Archivio Toscanelli e con le pubblicazioni specifiche di Giuseppe, ripercorre questa vicenda descrivendo come alla Cava nella seconda metà dell’Ottocento venivono coltivate le viti, come venivano lavorate le uve e come venivano commercializzati i vini in ogni parte dell’Italia. DANILO BARSANTI, docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Universita’ di Pisa, si interessa da tempo delle trasformazioni del territorio, delle istituzioni politiche, dei ceti dirigenti e dell’Universita’ nella Toscana dei secoli XVI-XIX.