Descrizione
Nel silenzio di impervi territori non di rado è facile imbattersi in architetture spesso dimenticate e lasciate al loro oblio. Un interessante patrimonio che racchiude in sè numerose testimonianze del passato, dall’arte del fabbricare alle memorie di una popolazione. In tale quadro un significativo caso di studio è dato dai luoghi di culto e di preghiera detentori della fede cristiana, delle tradizioni ma anche eccellenti esempi dell’ ars aedificatoria.
Emerge, perciò, un panorama complesso ed articolato di edifici sacri, non più in uso, ubicati in territori non urbanizzati dove sono le chiese a comunicare i valori di un’architettura che al suo interno trasmette l’identità di un’intera collettività. Edifici abbandonati, dimenticati e non più al centro degli interessi economici e sociali delle comunità limitrofe, con un degrado così elevato tale da trasformarli, talvolta, in ruderi.
L’interrogativo è d’obbligo: quale futuro per le chiese extraurbane abbandonate? Un quesito a cui si cerca di dare risposta attraverso un lavoro di ricerca, che ricostruisce il processo tipo-tecnologico e costruttivo, con l’analisi del patrimonio in oggetto tentando di cogliere le potenzialità di questi fabbricati alla luce della loro capacità di accettare le trasformazioni, necessarie a ridare una nuova vita ad un importante patrimonio in cui, seppur in modo apparentemente paradossale, emerge la necessità di trasformare per conservare.