L’umanità contro l’umanità

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L’umanità si caratterizza e si esprime nell’attuale contesto sociale, globalizzato, attraverso nuovi comportamenti antropologici, tuttavia, si può affermare che le azioni più evidenti si manifestano attraverso la diffidenza, la indifferenza e la competitività consumistica, che sta nell’apparire, mettendo l’uno contro l’altro, per essere di più. Competitività sfruttata e aiu- tata dal tecno-capitalismo, oggi nelle mani di pochi, i quali decidono la prassi che l’uomo, fatto consumatore – consumato e mercificato, deve seguire per garantire sostegno all’oligarchia e alla tecnocrazia, caratteristiche, queste, che sfociano in una democratura politica. Insomma, condizioni che hanno giovato e giovano alla continua crescita del mondo economico retto dal capitalismo, che si appoggia al consumismo senza limiti: la pubblicità ne è complice. Essa sviluppa queste caratteristiche indottrinando la società ormai definibile “dei consumi”. Una realtà che pone l’umanità a soggiogare l’umanità stessa. Abbiamo perso il limite nei confronti dell’uso dell’ambientale e la costante spinta a consumare sempre di più coincide con la trasformazione dello stesso, nostra fonte di vita. L’informatica, la globalizzazione, il mercato selvaggio e il conformismo di branco contribuiscono ad esaltare queste caratteristiche che ormai hanno fatto presa sull’umanità civilizzata. Ancora di più lo saranno attraverso l’affermazione dell’intelligenza artificiale che escluderà, definitivamente, l’uomo dal suo essere nel mondo come elemento primario. Tutto ciò potrebbe essere percepito come progresso, in re- altà tale enfatizzazione per una continua e inarrestabile crescita economica, ci indirizza verso una perdita delle peculiarità intrinseche all’uomo, proiettandoci nella direzione di una nuova umanità, di cui non siamo in grado di conoscere le future caratteristiche. Oggi, più di prima, assistiamo all’affermazione di un dilagante nichilismo dovuto, come afferma Nietzsche, alla mancanza di scopo, alla mancanza del perché, alla mancanza dei valori e dei fini. Valori ormai soggiogati e dissipati nella tecnica e nei falsi bisogni che, definitivamente, hanno illuso le società ritenute evolute, ma che in realtà sono ormai prive di una loro identità, assumendo il ruolo passivo di conformità al sistema. Una condizione che dovrebbe allertare l’uomo a rivedere la sua posizione sociale nella quale è stato relegato, lottando verso la realizzazione di una decrescita consumistica e non conformarsi ad una politica che ha perso e rinnegato la governabilità della tecnica e del capitalismo. Una necessità oggi chiaramente palese. È vero, i tempi moderni ci mostrano benessere, tuttavia, pagato dall’umanità a caro prezzo. Il prezzo più alto è la perdita della felicità, scambiata pari pari, con lo stress e la costante insoddisfazione che, ovviamente, indebolisce la qualità del- la vita, da non confondere, appunto, con benessere, concetto prettamente economico che si lega al PIL.

Autore: Giuliano Colombini, architetto